Rivolgiamo alcune
domande alla dirigente scolastica Ornella Castellano sull'importanza della lettura per bambini e
ragazzi e sulle cause del crescente disinteresse che questa riscontra presso le
giovani generazioni.
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Prof.ssa
Castellano, i sondaggi denunciano
un disamore generalizzato verso la lettura. In particolare, la fascia più
consistente di non lettori è costituita da ragazzi tra i 6 e i 17 anni.
Quali sono, a suo parere, le cause di questo divorzio
ragazzi-lettura considerata la sua lunga esperienza di docente prima e
dirigente ora , sempre a contatto con i bambini? Ci sono, delle responsabilità
della scuola?
Si, purtroppo. La scuola ha le sue responsabilità precise.
Innanzi tutto è importante distinguere la lettura funzionale, cioè la capacità
meccanica di leggere dall’amore per la lettura che rimanda al piacere di
leggere.
Mentre per il primo aspetto la scuola è certamente molto ben
attrezzata, per il secondo
aspetto lo è molto meno e spesso le azioni didattiche sono considerate eccezionali e collaterali. Direi che ancora si assiste a mancanza di intenzionalità in tal senso.
aspetto lo è molto meno e spesso le azioni didattiche sono considerate eccezionali e collaterali. Direi che ancora si assiste a mancanza di intenzionalità in tal senso.
Sono convinta che verso la lettura possa manifestarsi un
vero e proprio innamoramento che, in quanto tale, non è un evento
controllabile. Nessuno può prevedere se e quando si innamorerà di qualcosa o di
qualcuno, ma si possono creare le condizioni favorevoli a questo personalissimo
accadimento. La famiglia può molto ma la scuola, con la sua capacità di creare
io multipli e di amplificare le situazioni esperienziali, può fare moltissimo.
I percorsi in biblioteca, i laboratori di ascolto e di scrittura, la
manipolazione di storie e narrazioni, i giochi con e tra i libri, possono
essere occasioni preziose per favorire la conquista del piacere di leggere.
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È assodato che il buon
o il cattivo rapporto con la lettura si determini durante l’infanzia: se i
genitori leggono, i bambini giocano a leggere; se in casa ci sono libri è più
facile che i ragazzi li leggano. Lei crede che i genitori siano
sufficientemente consapevoli di questa responsabilità?
Si. Ormai è ben diffusa l’importanza che l’approccio alla lettura
avvenga in clima familiare il più presto possibile; quello che non tutti i
genitori conoscono è il modo corretto di leggere ai bambini e soprattutto è
sottovalutata la necessità di scegliere buone letture.
Rispetto al modo di leggere è importante che i tempi della lettura
adulta rientrino in un rituale affettivo ben costruito: è bello leggere la
storia della nanna o quella del pisolino in un ambiente silenzioso o leggere
sotto l’ombrellone; sono da evitare situazioni di lettura frettolosa e soggette
ad interruzioni o a rumorosi disturbi. Inoltre è importante leggere e non raccontare storie, e
assecondare il piacere di risentire, risentire e risentire la stessa storia. Spesso il
genitore che legge al figlio è un buon lettore e come tale gusta il piacere
della lettura in sé, infatti la tendenza è quella di proporre sempre storie
nuove al bambino. La funzione della lettura genitoriale nell’infanzia, invece,
deve intenzionalmente tendere a favorire il piacere dell’ascolto e la
ridondanza della lettura per il bambino è fattore tranquillizzante e piacevole.
Occorre tener presente che di fronte ad una storia nuova, il bambino si pone in
forma attenta e guardinga poiché le storie contengono elementi che rappresentano
le ansie e le paure infantili e l’elaborazione delle stesse, che ne determina
la naturale catarsi, può essere lenta e
graduale. Inoltre, nel rituale affettivo della lettura, deve essere stabilito
anche un tempo che non coincida necessariamente con l’addormentamento del bimbo
(l’ascolto non è un biberon di camomilla…); è utile lasciare il bimbo
–gratificato dalla coccola della lettura- al tempo dell’addormentamento in
solitudine per attivare, dolcemente, la capacità riflessiva e meditativa. Ciò permetterà
di sviluppare gradualmente l’intelligenza
intrapersonale, cioè la funzione introspettiva che tanta parte gioca nella
costruzione corretta della condotta del bambino e dell’adulto.
Rispetto a cosa leggere ai
bambini: è importante scegliere libri d’autore e soprattutto attingere alla
vasta letteratura per l’infanzia con attenzione all’età del bambino. Non tutte
le letture vanno bene per tutti, anzi! Una volta un genitore orgogliosamente mi
disse che alla sua bambina di 7 anni leggeva Tolstoj; credo che la gradualità alla
complessità della scrittura sia molto importante. Il consiglio ai genitori è
quello di utilizzare un prezioso servizio offerto dall’AIB (Associazione
Bibliotecari Italiani) che, nell’ambito del progetto Nati Per Leggere, offre in
rete gratuitamente, proposte di lettura da 6 mesi a 6 anni.
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La tecnologia
comincia a minacciare la sopravvivenza del cartaceo. Sicuramente gli
strumenti informatici velocizzano la trasmissione di informazioni e le forme di
lettura attraverso E-books, e audio-libri . Un libro fatto di carta
e inchiostro, tuttavia, è anche un oggetto che possiede un valore affettivo, al
quale si lega un ricordo, una sensazione. Pensa che questo aspetto possa
essere ancora importante per i giovani-lettori ?
La tua domanda mi fa
pensare subito al titolo di un interessante libro di Umberto Eco e Jean-Claude
Carriere: Non sperate di liberarvi dei
libri nel quale si teorizza la funzione insostituibile del libro di carta.
Molto è condivisibile, ma io sono dell’avviso che si debba fare un distinguo
tra la lettura e lo studio: per la ricerca di informazioni e lo studio la tecnologia offre maggiori
opportunità mentre rispetto alla lettura “per piacere” il libro risulta più
connotabile affettivamente e più comodo. Tuttavia, ogni tempo è caratterizzato
da propri strumenti e, così come nessuno
più pensa di leggere sulle tavolette di argilla o sui papiri, che pure restano
patrimonio museale della cultura umana, così tra qualche decennio, forse, anche
i nostri libri di carta seguiranno lo stesso destino, sostituiti, nella
funzione, da altri strumenti. Per noi, che stiamo vivendo la transizione, ciò
appare impossibile e molto triste, ma il progresso non si ferma con la
malinconica lamentazione. Inoltre, sia per la lettura per lo studio che per la
lettura di storie e romanzi, è utile considerare che la lettura a video risulta
molto più agevole per tutti i soggetti nei quali predomina il pensiero
visuospaziale e che faticano a leggere in modo tradizionale manifestando varie
forme di dislessia evolutiva. Ne
discende che l’uso delle macchine sia indispensabile in alcune situazioni e
comunque utile per tutti gli altri Nativi digitali. Per il momento penso si
debbano accompagnare i cuccioli di uomo a conquistare tutte le abilità
necessarie ad alimentarsi di letture per leggere per piacere e per studiare,
quindi libro di carta e pc nello zainetto!
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A
partire dal 2010 ogni anno nel mese di Maggio il castello di Copertino apre i
suoi bellissimi spazi ad un evento unico
nel suo genere “Il Veliero Parla…n..te..”,
una mostra di libri realizzati dalle scuole di ogni ordine e grado del
Salento e non solo. Lei è stata
ideatrice e anima della rassegna che quest’anno ha raggiunto la VII edizione ,
cosa l’ ha spinto a creare un evento del genere?
IL VELIERO PARLA…N…TE è la 6^ mostra dei libri prodotti dalle scuole
organizzata dalla omonima Rete regionale di 30 scuole pugliesi. Ha come obiettivi
la promozione della lettura e della creatività. Con Veliero Parlante si mira
a creare un momento magico di
riflessione sulla ineludibilità della lettura.
Le scuole, in rete dal 2008, elaborano itinerari progettuali volti a
costruire ambienti di apprendimento ad alto potenziale motivazionale per
favorire negli alunni lo sviluppo della competenze di base: in lingua italiana
e nelle lingue europee, in scienze, matematica, arte, musica. Il nostro modello
di studente è quello di una Persona orientata e critica che interpreta il mondo
e si costruisce un progetto di vita che preveda, quale strumento di lavoro, la conoscenza dei saperi e il loro utilizzo
originale.
Il modello didattico proposto è quello del
laboratorio nel quale si realizzano progetti intorno a precisi compiti di
realtà; in ogni laboratorio noi portiamo
a termine un prodotto. Per questo ci definiamo La rete delle scuole che fanno i libri, intendendo per libro ogni prodotto finito: libri di
carta, e-book, libri oggetto, giocattoli, balletti, video, film, esperienze
scientifiche, canti, concerti, ecc. Ci interessa rendere i nostri studenti
consapevoli della funzione dello studio e per far questo li accompagniamo in
lavori complessi e innovativi che superano la sola fase di
ricerca-documentazione-produzione che sta al modello classico della scuola, per
affrontare la fase del labor lime del
testo, l’ editing, la pubblicazione del prodotto con tecniche artistiche;
infatti i nostri prodotti si presentano sotto
forma di manufatti artistici in opera unica che compongono la mostra
allestita nel castello di Copertino la terza domenica di maggio. Veliero è una
situazione bellissima e coinvolgente; per tutta la settimana si tengono
spettacoli teatrali, musicali, mostre a tema, laboratori; vengono premiati i
lavori migliori e si crea uno splendida occasione di incontro e stimolo. Ma lo
scopo formativo autentico della partecipazione alla mostra e alla rete di
scuole è la costruzione del modello di valutazione che ancora avvertiamo
lacunoso nell’atteggiamento dell’italiano medio per il quale vige ancora
imperante la regola dell’autoreferenzialità vs la il confronto e il
miglioramento continuo. Poiché la funzione della Scuola è quella di formare
uomini e cittadini e risulta determinante,
a questo fine, avviare processi di costruzione di habitus comportamentali
corretti, allora esporre i lavori e partecipare ai concorsi significa allenarsi al confronto e accettare la
logica della valutazione come modello di corretto sviluppo da contrapporre a
logiche di sterile autocelebrazione.
Ci piace utilizzare la metafora del viaggio
e della navigazione per raccontare il nostro percorso; da laboriosi marinai
accudiamo al nostro quotidiano con lo sguardo verso il Futuro che intercettiamo
dalla cima dell’albero maestro, guardando il più lontano possibile; alle bonacce si alternano burrasche e marosi;
allo splendere del sole rovente si susseguono piogge e grandinate… A bordo del
Veliero, il simbolo della Scuola di Stato, della scuola vera, che dobbiamo ai
grandi Padri costituenti che avevano capito che nella scuola per tutti sta la
crescita del popolo, noi umili marinai, lavoriamo per innalzare il capitale
umano e offrire una scuola per tutti si, ma soprattutto per ciascuno, con
attenzioni ad ogni aspetto della Persona, ad ogni stile cognitivo e ad ogni
forma di intelligenza dei nostri alunni. Perché per la crescita della Società e
la rinascita dell’Italia c’è bisogno del contributo di tutti e di ciascuno e
non possiamo, quindi, perderne nessuno nel mare dell’indifferenza e della
stupidità.
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I lavori “editoriali” che
vengono esposti durante la manifestazione sono il risultato di percorsi didattici inseriti in un lavoro
di rete e collaborazione tra le diverse scuole che si confrontano su nuove
strategie di insegnamento. E’ anche questo un modo nuovo per accostarsi ai
libri e alla lettura ; quali sono i tuoi obiettivi in tal senso?
L’idea di Veliero Parlante è quella di
stimolare percorsi di studio sul modello della Ricerca-Azione nelle varie
scuole della rete. Ad ogni inizio d’anno scolastico, infatti, i dirigenti ed i
docenti delle scuole in rete organizzano interessanti momenti di formazione
incontrando esperti e tecnici; lo scopo di questi momenti di riflessione è la
costruzione di itinerari didattici originali che si sviluppano nell’intero anno
scolastico nei laboratori delle scuole. I percorsi di studio sono condotti con
i grandi partner che collaborano con le scuole del Veliero Parlante: LIBERA,
Centro Studi Paolo Borsellino, Fondazione Falcone, Gioventù per i Diritti Umani
per i laboratori di Cittadinanza; ENEA,
Città della Scienza e Università del Salento per la didattica delle scienze e
della matematica; Società di Storia Patria, Associazione Bibliotecari Italiani
e Presidi del Libro; UNICEF, Ambarabà, Admo, Fidas, Triacorda, AlessiaPallara, ForLife,
Tolbà, per i laboratori di attenzione all’altro, donazione e intercultura;
Masserie Didattiche, Regione Puglia, Italia Nostra per i laboratori sull’
Ambiente; il CONI e l’Università per l’area dello sport, sana alimentazione,
stili di vita corretti.
Da segnalare la rubrica LA SCIALUPPA DI
SALVATAGGIO, la tavola rotonda che si tiene a bordo del Veliero per presentare
le novità editoriali del nostro territorio.
Particolare rilevanza sta assumendo la
sezione musicale delle scuole del Veliero: i ragazzi e i loro illuminati
professori nel corso dell’anno producono strumenti artigianali e costruiscono
performance musicali che vanno in gara a COL REMO. ECO BAND SCHOOL FESTIVAL
riservato a band scolastiche che suonano strumenti non convenzionali. Nella
scorsa terza edizione del nostro festival delle scuole si sono esibite ben 14
band. Per il prossimo anno sarà istituito anche il premio allo strumento più
originale.
Veliero Parlante è
un’occasione di crescita e di contaminazione positiva; le scuole della rete,
ciascuna con la sua originale modalità, interpreta gli stimoli che i partner
portano a bordo e producono percorsi didattici di elevata qualità che, a
differenza dei comuni progetti che animano le scuole, sono caratterizzati da
intenzionalità pedagogica e determinazione progettuale contro l’episodicità e
l’estemporaneità che non sedimentano esperienze.
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Ultima domanda; ricorda il titolo del primo
libro letto da piccola?
Il primo libro che ho letto da sola è stato
Le avventure di Tom Sayer, di Mark Twain in una bellissima edizione della
FABBRI del 1968 di grande formato, con pagine patinate e bellissime
illustrazioni.
Credo che il mio innamoramento della lettura
sia avvenuto con questo libro.
Ornella Castellano
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